Le vie della Misericordia, i doni per la comunione

Ha scandito lentamente le quattordici opere di misericordia corporale e spirituale, il Vescovo, nell’omelia di martedì mattina nel santuario della Ghiara, sotto l’immagine benevolente della Beata Vergine Maria, la Regina di Reggio, Madre della Misericordia divina.
Il nuovo anno pastorale si è aperto così, con un accorato richiamo al prossimo Giubileo straordinario della Misericordia, in un ponte che collega la Natività di Maria e la sua Immacolata Concezione. Perché non basta una vita per imparare l’arte di dare il perdono e quella, forse più difficile, di accettare di riceverlo. Il segreto? “Dobbiamo incontrare ogni giorno di nuovo Gesù”, ha detto monsignor Camisasca.
Dunque, lo sfondo del cammino della nostra Chiesa diocesana sta nello sperimentare l’Amore di Dio, quella consolante “esperienza viva della vicinanza del Padre”, secondo la definizione più bella dell’Anno santo coniata dallo stesso Bergoglio.
In questo solco, le nostre comunità cristiane sono chiamate a mostrare un volto accogliente.
PRIMAPAGINA12092015“Non possiamo ignorare – ha affermato il Vescovo al termine della concelebrazione (entrambi i testi dell’8 settembre, l’omelia e l’annuncio del Giubileo, sono pubblicati integralmente nel Primo Piano di pagina 3) – l’appello che Papa Francesco ha fatto domenica all’Angelus, invitando ogni parrocchia ad accogliere una famiglia di profughi, come segno di un’autentica preparazione al Giubileo della Misericordia. Faccio mio l’appello del Papa per la nostra Diocesi e, consapevole di quanto non bastino le parole, ho incaricato la Caritas di aiutare e accompagnare le parrocchie perché possano attuare con intelligenza e con larghezza di cuore questo appello all’accoglienza”.
Un passaggio, quest’ultimo, che tutti i media locali hanno ripreso, data l’evidenza (finalmente europea) del dramma dei profughi in fuga dall’orrore e dalla fame.
La Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla ha già accolto e continuerà ad accogliere i poveri: sono più di 500 i migranti transitati negli ultimi mesi per il nostro territorio, come ha ricordato il direttore della Caritas diocesana Isacco Rinaldi.
Ma sarebbe incompleto applicare il messaggio della Misericordia solo verso chi viene da fuori, risolvendolo nella carità per i bisognosi. Anche dentro le nostre comunità a volte si possono manifestare problemi connessi a incomunicabilità, mancanza di stima per i doni degli altri, atteggiamenti di potere, comportamenti autoreferenziali…
L’accoglienza, perciò, va vissuta anche nelle nuove unità pastorali, che “vogliono aiutarci a scoprire un’appartenenza più profonda e più grande alla Chiesa”, ha ricordato ancora il Vescovo nella sua omelia in Ghiara, nell’imminenza dell’inizio della sua Visita pastorale.
Comunione, ministeri, carismi: sotto questo titolo il pastore diocesano ha voluto raccogliere lo spirito del cammino che attende la Diocesi in questo tornante della storia. Con la fiducia che l’unità nella diversità è possibile solo rimanendo attaccati a Cristo, come i tralci alla vite.

Edoardo Tincani