Migranti tra noi: quattro storie invitano a non guardare altrove

In questi giorni, la cronaca del cammino dei migranti ci ha regalato immagini e storie diverse: quasi istantanee che provocano la nostra coscienza e la nostra intelligenza, la nostra fede, a non guardare altrove, a non dimenticare. Anzitutto dalla Germania al Mediterraneo abbiamo assistito a due pianti di migranti. Il pianto di una ragazza palestinese, Reem, che come altri 125.000 migranti in Germania ha avuto il diniego della richiesta d’asilo, con il destino del rimpatrio, ha trovato la commozione di una parte del popolo tedesco e l’intelligente reazione del Governo di riconoscere l’asilo a Reem.
E il pianto dei genitori di Raghad, la bambina siriana, che ha trovato la morte nella traversata del Mediterraneo, il Mare nostro che oggi è la sua tomba, per la brutalità di un’esigenza di spazio, di guadagno, che non ha permesso di tenere il proprio zaino, con il peluche e le fiale di insulina. Raghad e la sua famiglia, contrariamente al personaggio biblico Naam il siro, non hanno incontrato sulla loro strada un profeta come Eliseo che ha portato il regalo della salute e della salvezza di Dio.

Leggi l’articolo integrale di Gian Carlo Perego su La Libertà del 25 luglio

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