Quella reggiana è un’anguria Igp

Si avvicina sempre più il riconoscimento dell’Igp per l’anguria reggiana, che diventerà il primo igp per la nostra provincia e il primo igp europeo per un’anguria, grazie al duro lavoro dei produttori che in questi anni hanno portato avanti con determinazione e al sostegno e condivisione della Provincia di Reggio, delle organizzazioni, del Comune di Novellara e alla collaborazione con l’Università di Ferrara.

Ad esprimere soddisfazione è la Coldiretti di Reggio Emilia, presente a Novellara alla riunione di pubblico accertamento volta all’ottenimento del riconoscimento Igp “Anguria Reggiana”, convocata da Ivan Bartoli, Presidente dell’associazione produttori Anguria Reggiana a cui hanno preso parte i funzionari del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che hanno accertato il regolare svolgimento.

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«Il disciplinare non ha subito modifiche e i produttori si sono trovati come sempre in accordo – ha commentato Ivan Bartoli, presidente Apar. Il successo del nostro prodotto è rappresentato oltre che dalla qualità e delle caratteristiche organolettiche che lo rendono unico soprattutto dall’equilibrio tra innovazione e tradizione dei metodi produttivi. Ancora oggi i produttori ‘staccano’ l’anguria matura dopo un’esperta battitura tramandando una vera e propria cultura».

«L’ottenimento di un marchio per un prodotto del territorio è sempre motivo di grande soddisfazione per tutti – continua il direttore Zampini. I marchi sono supportati da disciplinari che attestano garanzie di produzione, qualità e tracciabilità, garanzie da cui il consumatore ormai non prescinde. La Coldiretti si sta già impegnando per attivare azioni di promozione tra cui la presenza dell’anguria reggiana ad Expo».


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Un caloroso applauso ha salutato, nella Sala del Consiglio comunale di Novellara, la conclusione della riunione di pubblico accertamento convocata Ministero
delle Politiche agricole nel corso della quale, con la lettura del Disciplinare di produzione, l’Anguria Reggiana è di fatto ormai entrata tra i prodotti Igp (Indicazionegeografica protetta).
Ora, per utilizzare in Italia in marchio Igp, basterà attendere la pubblicazione del Disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e i 30 giorni di tempo
previsti per accogliere eventuali opposizioni, decorsi i quali l’Associazione produttori potrà richiedere l’utilizzo transitorio del marchio e avviare la commercializzazione in Italia dell’Anguria Reggiana Igp, primo prodotto a Indicazione geografica protetta esclusivamente reggiano. Circa un anno di tempo è invece previsto per la “procedura europea”, che verrà avviata dallo stesso Ministero e si spera possa concludersi con l’iscrizione del nostro cocomero nell’apposito Albo comunitario.
La riunione di pubblico accertamento convocata dal Ministero si è aperta con il saluto del vicesindaco Alessandro Baracchi e con l’intervento del consigliere delegato all’Agricoltura, Alessio Mammi, che ha parlato di “un traguardo davvero di grande importanza per la nostra agricoltura, che oggi raggiungiamo grazie all’impegno di tanti, grazie a un lavoro di squadra che la Provincia di Reggio Emilia ha avviato fin dal 2008 ritenendo l’Anguria Reggiana una produzione d’elevata qualità con importanti prospettive d’occupazione e sviluppo e sostenendo dunque in maniera convinta la volontà delle aziende, costituitesi poi nell’Associazione Produttori Anguria Reggiana”.
Oggi l’Apar , nata nel 2009 per promuovere in forma organizzata la qualità dell’Anguria Reggiana, è presieduta da Ivan Bartoli ed è composta da una ventina di aziende agricole sparse principalmente nei comuni di Novellara, Gualtieri, Cadelbosco Sopra e Guastalla, ma presenti anche a Reggio Emilia, Rio Saliceto, Campagnola e Correggio: in totale circa 400 ettari di coltivazioni, 4 milioni di euro di giro d’affari e una quarantina di persone impegnate che quest’anno, finalmente, salutano un’estate finora calda e favorevole (grandinata di giugno a parte…), dopo due stagioni abbastanza problematiche.
“Si tratta di una ventina di realtà che, grazie anche ad addetti d’età media inferiore alla media del comparto agricolo reggiano, hanno saputo dare continuità ad un’antica tradizione, rinnovandola grazie alle più moderne tecniche produttive e raggiungendo importanti traguardi sul piano economico per la riconosciuta qualità del prodotto”, ha aggiunto Mammi.