#nopianoposte, no alla consegna a giorni alterni

Al via la campagna social #nopianoposte, promossa dalla Fisc, la Federazione italiana dei settimanali cattolici, che rappresenta 190 testate su tutto il territorio nazionale. “No al piano di Poste italiane – dichiara Francesco Zanotti, presidente della Fisc – perché mette a rischio la democrazia informativa nel nostro Paese. Con la paventata consegna a giorni alterni, quotidiani e settimanali vedrebbero vacillare il loro rapporto con gli abbonati, basato sulla consegna a domicilio. Inutile invocare la supplenza della Rete. La consegna a singhiozzo della posta avverrebbe proprio negli stessi territori già poco raggiunti da Internet. Si tratterebbe di un‘ulteriore discriminazione per milioni di cittadini che già soffrono per essere emarginati a causa dell‘arretramento dello Stato avvenuto negli ultimi anni: meno scuole, meno sanità, meno tribunali”. “Dopo il continuo taglio alla contribuzione pubblica verso l‘editoria non profit, questa proposta – sottolinea – mira solo a fare risparmiare lo Stato. Ma la vera domanda resta intatta. Recapitare informazione anche nei luoghi più lontani e cinque giorni su sette rappresenta un costo o un investimento per un Paese? Per noi la risposta è scontata. La democrazia si alimenta anche dando spazio alle voci del territorio, quelle che raccontano la vita e le storie di un’Italia costituita ancora e per fortuna da mille e mille campanili. Un limite, forse. Di certo, ancora oggi, una ricchezza per tutti”.

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Ecco alcuni dei titoli dei settimanali cattolici italiani

“TOSCANA OGGI”, “SITUAZIONE COMPLESSA” CHE POTRÀ SOLO PEGGIORARE

SIR – 29/06/2015 – Una “situazione già complessa” che potrà solo peggiorare. Così Andrea Fagioli, direttore di “Toscana Oggi” (settimanale cattolico regionale), esprime al Sir tutta la sua preoccupazione per il piano delle Poste che prevede la consegna a giorni alterni. “Per il nostro giornale (due dorsi, 16 edizioni corrispondenti ad altrettante diocesi) – spiega Fagioli – la consegna entro la domenica è fondamentale. Per riuscirci, da quando le Poste non consegnano più al sabato, è stato deciso di anticipare di un giorno la stampa. Ma non solo: per favorire i tempi di consegna alle Poste, è stato anticipato tutto il processo di assemblaggio e cellophanatura delle 16 edizioni locali con il dorso regionale. Purtroppo, nemmeno questo sforzo ha risolto i problemi”. Infatti, sottolinea il direttore, “delle 15mila copie attuali, circa 10mila sono rappresentate da abbonamenti singoli, mentre il resto sono in pacchi destinati alle parrocchie o alle edicole. Tranne le copie per le edicole, tutte le altre, singole e in pacco, viaggiano per posta. Succede, però, che da molte parti, dove la consegna è già ridotta a un solo giorno la settimana, il giornale arrivi (se arriva) sette giorni dopo… Se questa è la situazione con la consegna quotidiana – conclude Fagioli – non oso pensare a cosa possa succedere con la consegna a giorni alterni”.
“LA VOCE” (UMBRIA), VERREBBE “SPEZZATO IL LEGAME CON IL TERRITORIO”

In un territorio formato da “tanti piccoli comuni” la stampa periodica subirebbe un “colpo mortale” se venisse confermato il piano di riorganizzazione delle Poste, che prevede la consegna a giorni alterni nei piccoli centri. Ad affermarlo è “La Voce”, settimanale delle diocesi umbre che stampa ogni settimana circa 5mila copie e, pur essendo presente in edicola, vede buona parte della sua tiratura – ovvero circa 4mila copie – “distribuita con abbonamento postale su tutto il territorio regionale, che si compone di tanti piccoli Comuni”. Il settimanale “verrebbe fortemente penalizzato da una distribuzione postale a giorni alterni”. “Il piano delle Poste Italiane – osserva – prevede infatti che in oltre 5.200 Comuni al di sotto di un prestabilito numero di abitanti la Posta venga consegnata a giorni alterni”, ma “proprio in Umbria ci sono tanti piccoli comuni in cui ‘La Voce’ subirebbe un colpo mortale se non arrivasse il venerdì ma fosse consegnata il lunedì”. “In questo modo – conclude – verrebbe spezzato il legame che i lettori hanno con il settimanale e con il territorio, con grave discriminazione tra i cittadini”.

“L’AZIONE” (FABRIANO), “ULTERIORE SCHIAFFO AL DIRITTO D’INFORMAZIONE”

“La consegna a domicilio per giorni alterni dei nostri giornali è l’ennesimo colpo assestato con l’intento di marginalizzare sempre più il ruolo della stampa operante nei piccoli territori, ma che rappresenta la vera sostanza di un’informazione capace ancora di parlare alla gente e di raccoglierne le loro istanze”. Così Carlo Cammoranesi, direttore de “L’Azione”, settimanale della diocesi di Fabriano-Matelica, che conta 4.500 copie stampate e quasi 3.800 spedite, commenta il “Piano Poste”. Le copie attualmente spedite vanno per l’80% nella zona della diocesi (Fabriano, Cerreto d’Esi, Sassoferrato, Genga e Matelica), per il 13% in altri Comuni delle Marche, per il 6,3% in altre regioni e per il restante 0,2% all’estero. “La decisione – osserva Cammoranesi – danneggerebbe oltremodo i nostri abbonati, che rischierebbero di ricevere il loro giornale con sensibile ritardo, senza nessuna attenzione o scrupolo per il lavoro messo in gioco, solo per assecondare un ingranaggio fatto di numeri e di marketing”. “Il servizio postale così strutturato – prosegue -, la cui unica difficoltà dalle nostre parti nelle spedizioni è legata principalmente ai ritardi di consegna, soprattutto nelle grandi città fuori regione, sarebbe un ulteriore schiaffo al diritto d’informazione e al principio di democrazia, ma sono aspetti ritenuti ininfluenti e irrilevanti. Anche se a lamentarsi saranno migliaia di cittadini, solo nel nostro territorio”.

“IL BIELLESE”, RENDEREBBE “IMPOSSIBILE IL RECAPITO”

La riforma del sistema di recapito postale, con la consegna a giorni alterni nei piccoli centri, renderebbe “impossibile il recapito di almeno una delle due edizioni” de “Il Biellese”, il giornale della diocesi di Biella che esce due volte la settimana, il martedì e il venerdì. Lo denuncia il direttore, Silvano Esposito, osservando che “questa possibile novità va a sovrapporsi a una serie di problemi che hanno riguardato la nostra testata negli ultimi anni, con consegne sempre più difficoltose. Il giornale arriva infatti in ritardo (come minimo al pomeriggio) in molte zone della provincia e anche in parte della città; nei periodi delle ferie si registrano ulteriori disservizi e mancate consegne corrispondenti ai periodi di assenza dei portalettere che si manifestano anche in caso di malattia di questi ultimi; i tempi, i modi e i luoghi di consegna dei giornali per la spedizione hanno via via subito continue restrizioni, limitando i margini di tempo da rispettare, che, soprattutto in occasioni straordinarie, come la disputa di eventi sportivi serali o, peggio, le elezioni, ha reso molto complicato il nostro lavoro”. “Si consideri – aggiunge Esposito – che delle circa 15mila copie stampate, noi ne diffondiamo 5mila per abbonamento postale, su tutto il territorio provinciale di Biella, che conta 185mila abitanti sparsi su un’area che per oltre la metà è costituita da piccoli centri e vallate di montagna, per cui è facile capire la rilevanza di questo problema”.

“IL NUOVO AMICO” (PESARO-FANO-URBINO), CON DISSERVIZI “GIÀ PERSO 30% ABBONATI”

“A causa dei continui disservizi postali, ‘Il Nuovo Amico’ ha perso dal 2010 ad oggi circa il 30% dei propri abbonati. Delle 6mila copie, un tempo quasi tutte postalizzate, oggi ne vengono spedite solo 3mila mentre, per la restante parte, il settimanale diocesano si è dovuto letteralmente inventare nuove strade basate sul volontariato, per distribuire un’informazione altrimenti destinata a scomparire del tutto”. È il grido d’allarme lanciato da “Il Nuovo Amico”, settimanale d’informazione delle tre diocesi di Pesaro, Fano e Urbino. Con una tiratura media di 6mila copie raggiunge l’intero territorio della provincia nel Nord delle Marche. “Dal 1903 giunge nell’entroterra grazie a Poste Italiane, tuttavia – lamenta – mentre per decenni il sistema ha funzionato a dovere, negli ultimi anni la situazione è fortemente peggiorata”. In particolare, “fortemente penalizzate risultano le parrocchie dei piccoli centri urbani e dei paesini della provincia pesarese”. Pur essendo “classificato come giornale locale Roc”, che quindi dovrebbe esser consegnato il giorno dopo la data di accettazione postale, “anche su Pesaro città non è infrequente che la consegna avvenga fino anche a tre giorni dopo”, da quando “il centro di postalizzazione provinciale è stato sostituito da quello regionale con sede ad Ancona”, ossia “paradossalmente un giornale accettato a Pesaro deve prima passare per Ancona per poi ritornare a Pesaro”.

“CORRIERE DI SALUZZO”, “CI METTEREBBE LETTERALMENTE IN GINOCCHIO”

“È un’eventualità che ci metterebbe letteralmente in ginocchio”. Così Mario Banchio, direttore del “Corriere di Saluzzo”, commenta l’ipotesi di consegna postale a giorni alterni, “nuova drammatica emergenza” per i settimanali locali. “Il nostro giornale – spiega –, fortemente radicato su un territorio composto da alcune valli alpine, un piccolo centro come Saluzzo (16mila abitanti) e una fetta di pianura, stampa ogni settimana circa 16mila copie di cui 10mila sono riservate agli abbonati sparsi nei circa 80 Comuni in cui siamo presenti. Il giornale viene chiuso il mercoledì sera e consegnato normalmente il giovedì con qualche (molte) eccezioni il venerdì o il lunedì. Non possiamo certo dirci soddisfatti del servizio postale che paghiamo profumatamente e che spesso ci delude (pacchi che si perdono, mancate consegne…). I nostri lettori non mancano di segnalare ogni ritardo o mancanza e purtroppo abbiamo poche risposte da dare”. “Ora – aggiunge -, se la consegna venisse istituzionalizzata a giorni alterni, sarà inevitabile la perdita di innumerevoli abbonamenti. Cosa peraltro già verificatasi con il riordino della distribuzione postale e la conseguente difficoltà di raggiungere Comuni di province confinanti. Per non parlare dell’estero…”.

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 “IL POPOLO” (TORTONA), “GIÀ ORA LA POSTA VIENE CONSEGNATA A SINGHIOZZO”

“La consegna a giorni alterni penalizzerebbe ulteriormente e pesantemente il nostro giornale. Basti pensare che delle 2.200 copie postalizzate, ben 2.065 sono destinate a residenti in Comuni al di sotto dei 30mila abitanti”. Lo rileva il settimanale della diocesi di Tortona, “Il Popolo”, lanciando “un forte appello affinché non si proceda nella direzione della consegna a giorni alterni”. Il giornale copre un territorio piuttosto vasto nelle provincie di Alessandria (Tortona e il tortonese, Novi Ligure e il novese), Pavia (Voghera e l’Oltrepò pavese) e una piccola porzione del Genovesato. “Si tratta – osserva – di un territorio formato per lo più da piccoli centri, molti dei quali in zone collinari e montane. Solo una città – Voghera – supera la soglia dei trentamila abitanti”. Il giornale viene postalizzato ad Alessandria il martedì e dovrebbe arrivare nelle case dei lettori il giovedì, ma “si registrano ritardi nel recapito, soprattutto nei piccoli centri dove già ora la posta viene consegnata a singhiozzo”.
 “VOCE DELLA VALLESINA” (JESI), GARANTIAMO “UN LAVORO CONTINUATIVO”

Ottocento copie spedite con il servizio postale e 700 distribuite nelle parrocchie. Sono i numeri della “Voce della Vallesina”, settimanale diocesano di Jesi, in allerta per la riorganizzazione delle Poste che potrebbe portare alla consegna a giorni alterni. Attualmente, informa il direttore, Beatrice Testadiferro, “i giornali sono consegnati all’Ufficio Postale il mercoledì entro mezzogiorno e nella giornata del giovedì arrivano alla maggior parte degli abbonati distribuiti per metà nella città di Jesi (che conta 40mila abitanti) e per l’altra metà tra i paesi della diocesi e altre città d’Italia”. E se “finora siamo riusciti a soddisfare le richieste dei lettori di ricevere il giornale entro il sabato mattina e abbiamo un rapporto diretto con i responsabili locali di Poste Italiane”, “ci dispiacerebbe dover trovare soluzioni alternative” qualora la consegna non venisse più garantita. “Ci rendiamo conto che la situazione è molto difficile per tutti e che il nostro settimanale non ha grandi numeri, ma offre però un lavoro continuativo, per 45 settimane l’anno”, osserva il direttore, ricordando che “siamo clienti di Poste Italiane dal gennaio 1953, da quando è uscito il primo numero del giornale e insieme, cercando di trovare di volta in volta le soluzioni più adatte, siamo riusciti ad entrare nelle case di tante famiglie per comunicare le nostre piccole ma buone notizie”.
“IL MONTEFELTRO”, RECAPITO “ANCHE DOPO 10/15 GIORNI”

dieci, quindici giorni per recapitare il giornale. Sono i tempi che “subisce” il “Montefeltro”, mensile della diocesi di San Marino-Montefeltro “spedito in circa 2.600 copie esclusivamente a mezzo abbonamenti postali”. “Il territorio interessato alla diffusione – informa il direttore, Francesco Partisani – è quello della diocesi di San Marino-Montefeltro compreso nelle provincie di Rimini, Pesaro-Urbino, Repubblica di San Marino, per complessivi 67mila abitanti”. E se “nel territorio di San Marino il giornale viene recapitato con notevole anticipo rispetto alle altre zone, perché probabilmente il servizio postale è più efficiente e anche perché riferito a un territorio ridotto”, “nei centri compresi nella provincia di Pesaro e Urbino (Val Conca e Val Foglia) e di Rimini (Valmarecchia) i recapiti avvengono anche dopo 10/15 giorni dalla consegna all’Ufficio postale ricevente di Cesena”, denuncia il direttore. Non solo. “Si ritiene che spesso i pacchi dei giornali giacciano nei vari centri di smistamento”, rincara Partisani, segnalando come vani siano stati i reclami rivolti di volta in volta a Poste italiane.

“CORRIERE CESENATE” (CESENA-SARSINA), “UN AUTENTICO MASSACRO”

“La consegna a giorni alterni per noi sarebbe un autentico massacro. Ci costringerebbe ad anticipare ancora di più la chiusura (al lunedì?) relegandoci in un giornale sempre più freddo”. Francesco Zanotti, direttore del “Corriere Cesenate” e presidente della Fisc (la Federazione italiana settimanali cattolici), bolla come “impraticabile” la consegna postale a giorni alterni. Le 7.200 copie postalizzate ogni settimana, eccetto quelle destinate al capoluogo (Cesena), vanno tutte in Comuni sotto i 30.000 abitanti, dal momento che il secondo centro della diocesi per numero di abitanti è Cesenatico, che ne ha 22mila. “Se poi non venisse consegnato il giovedì o il venerdì, avendo un solo giorno a disposizione mentre oggi ce ne teniamo due, arriverebbe solo la settimana successiva”, rimarca Zanotti, osservando come già il mancato recapito del sabato abbia “costretto ad anticipare la chiusura del giornale dal mercoledì al martedì”. “Il nostro giornale – spiega – è rivolto al fine settimana e riporta tutti gli appuntamenti del territorio, religiosi e civili, da giovedì a giovedì”. E “i lettori aprono il giornale soprattutto per le notizie dal territorio. Poi leggono anche il resto del giornale, ma il territorio rimane il grimaldello per entrare nelle case”. Pertanto, “se non arriva il giovedì o il venerdì diventa vecchio, anzi vecchissimo”.

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“PAROLA DI VITA” (COSENZA), PORTEREBBE A “CROLLO DEGLI ABBONAMENTI”

“La paventata ipotesi di consegna a giorni alterni porterebbe a un crollo naturale degli abbonamenti con una ricaduta sull’intera economia del giornale”. Lo evidenzia Enzo Gabrieli, direttore di “Parola di Vita”, settimanale diocesano di Cosenza-Bisignano, lamentando come già vi siano “difficoltà nella distribuzione, perché in alcuni piccoli paesi del territorio diocesano non ci sono più le edicole”, mentre gli abbonati “lamentano il ritardo nella consegna, e ciò va a detrimento del pluralismo dell’informazione di cui la testata rappresenta uno strumento significativo”. Stampato in una media di 5.500 copie settimanali, Parola di Vita conta dalle 1.700 alle 2.000 copie postalizzate ogni settimana in abbonamento, per le quali “Poste italiane richiede un pagamento anticipato rispetto alla consegna”, mentre “solo con continue lamentele registriamo che il servizio si regolarizza per qualche settimana”.

“NUOVA SCINTILLA” (CHIOGGIA), “GRAVE COLPO” PER LA DIFFUSIONE

“Già l’eliminazione del servizio recapito al sabato – che fungeva da valvola di sicurezza in alcune circostanze – ha penalizzato gravemente alcune zone del territorio. L’eventualità di una distribuzione a giorni alterni darebbe un grave colpo alla nostra catena di diffusione e distribuzione che si fonda sul servizio postale, con l’evidente conseguenza di una disaffezione degli abbonati e dei lettori e quindi alla diminuzione progressiva delle vendite”. Così Vincenzo Tosello, direttore di “Nuova Scintilla”, settimanale diocesano di Chioggia, interviene nel dibattito sulla consegna postale a giorni alterni. Il settimanale, che stampa circa 3mila copie, viene distribuito in gran parte per posta raggiungendo i lettori in tutto il territorio della diocesi di Chioggia, che si estende nelle province di Venezia e Rovigo, e molti abbonati emigrati in varie zone d’Italia. Tale modalità di consegna, rimarca Tosello, “sarebbe un ulteriore danno per il nostro settimanale e per tutti quei giornali e periodici che da sempre si sono affidati con fiducia al servizio universale delle Poste Italiane. Per questo ci uniamo all’appello perché non si proceda a questa decisione di riduzione del servizio, ma si provveda a mantenere il servizio universale nella sua autentica natura, anzi incrementandolo nei modi migliori, comprendendo come essenziale la connotazione di distribuzione quotidiana, come dovere delle Poste e come diritto dei cittadini, in qualsiasi parte del Paese abitino”.

“LOGOS” (MATERA), “PROVVEDIMENTO INIQUO”

Un “provvedimento iniquo” e “ingiusto”, che crea “ulteriori problemi con gli abbonati”. Così la redazione di “Logos-Le ragioni della verità”, quindicinale della diocesi di Matera-Irsina, interviene nel dibattito sulla riforma postale, che prevedrebbe la consegna della corrispondenza a giorni alterni. Già “il trascorso incremento delle tariffe postali ha reso ulteriormente difficile la situazione economica del nostro quindicinale”, ricorda, con l’ipotesi “di trasformare il nostro giornale da quindicinale a settimanale, avendone le capacità editoriali”, che sfumò. Tale aumento delle tariffe, infatti, “ci ‘spezzò’ le ali perché, pur non avendo una tiratura molto alta (1.500 copie), l’ulteriore esborso di risorse economiche rese impossibile questo sogno”. “Peraltro – aggiunge – soffrivamo anche di un altro problema e cioè la spedizione del giornale nei paesi della diocesi distanti da Matera diverse decine di chilometri”: 500 copie le cui difficoltà e ritardi nel recapito “sono sufficienti per metterci in difficoltà in alcuni periodi fino a costringerci, in alcuni casi, a spedire i giornali con soluzioni alternative più costose”. “A tutto questo oggi si aggiunge questo provvedimento iniquo”, “creandoci ulteriori problemi con gli abbonati – lamenta il periodico –, per risolvere i quali siamo costretti a ricorrere a soluzioni più costose senza godere di alcun beneficio governativo, stando l’attuale strutturazione editoriale”.

“LA VITA DIOCESANA” (NOTO), NO AL “RECAPITO A GIORNI ALTERNI”

“Il recapito a giorni alterni non deve essere realizzato”. Così “La Vita Diocesana”, quindicinale della diocesi di Noto, con una tiratura di 1.700 copie di cui 475 inviate con il servizio postale, interviene nel dibattito sul riassetto postale, comprendendo in particolare “la preoccupazione dei giornali con tiratura settimanale per i tempi stretti a cui sono soggetti

 “GAZZETTA DI FOLIGNO”, “POTREBBE NON ESSERCI UN FUTURO”

“Se d’ora in avanti la consegna dovesse avvenire a giorni alterni, per la ‘Gazzetta di Foligno’ potrebbe non esserci un futuro”. È il grido d’allarme che lancia Enrico Presilla, direttore della “Gazzetta di Foligno”, settimanale che “va in stampa ininterrottamente dal 1886”. “Sono 130 anni – osserva Presilla – che il territorio della diocesi di Foligno (che comprende anche i comuni di Spello e Valtopina) viene raccontato attraverso questo giornale, molto radicato tra la gente. Ogni settimana vengono stampate circa 1.200 copie della Gazzetta e oltre la metà vengono inviate ai nostri abbonati”. Negli ultimi anni, però, quanti ricevevano a casa il giornale “si sono più che dimezzati in quanto la consegna postale ha subito innumerevoli ritardi”. Per far fronte alla situazione “da un anno a questa parte – informa il direttore – abbiamo trovato un ottimo accordo con l’amministrazione postale e siamo molto soddisfatti dei tempi di consegna, infatti gli abbonamenti sono tornati ad aumentare”. Ma ora incombe la proposta della consegna a giorni alterni, e per la Gazzetta “potrebbe non esserci un futuro”.