Matilde è tornata a Rossena

Non era previsto un pathos così forte per la presentazione del romanzo di Normanna Albertini su Matilde di Canossa. Eppure, evocato dalle letture e dalla giornata primaverile, il folto pubblico che ha gremito la Chiesa di San Matteo ha dedicato all’iniziativa un’attenzione e una partecipazione che ha sorpreso gli stessi organizzatori.

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La copertina del libro

Il merito spetta senz’altro all’autrice che è riuscita, con un mix di poesia e storia, a far rivivere nel suo scritto le gesta e le emozioni di una donna del Medioevo, tra gioie, speranze, disillusioni e dolori. “Come spicchio di melagrana” (titolo che deriva da un versetto del “Cantico dei Cantici”) è una ricostruzione appassionata del mito di Matilde, e rappresenta un tributo di alta levatura poetica alle sue scelte di figlia, di madre e di contessa. Fabiola Ganassi, Francesca Ghini e Arianna Comastri hanno dato voce e corpo alle parole di Normanna Albertini, alternandosi in una efficace interpretazione dei brani più significativi dell’opera.  A tali apporti ha fornito coesione la stessa autrice, che ha illustrato le fasi di realizzazione dell’opera ed i suoi modelli interpretativi. L’accompagnamento musicale (al pianoforte e all’organo) di Ciro Chiapponi ha conferito all’intera esposizione caratteri di speciale coinvolgimento emotivo.

L’iniziativa, voluta dall’Associazione “Matilde di Canossa” e dalle Proloco di Vedriano e Trinità, rappresentate da Elvira Rossi e Alessandro Frignoli, con il patrocinio della Società di Studi Storici (presente con Angela Chiapponi), era circondata da speciale attesa perché avviava un nuovo utilizzo del Castello di Rossena, donandogli il ruolo culturale e turistico che compete ad un manufatto così prezioso e rappresentativo per l’Appennino reggiano.

Tutti questi motivi, complice la splendida giornata primaverile, hanno conferito una dimensione speciale all’appuntamento letterario e alla rievocazione della figura di Matilde di Canossa a 900 anni dalla sua morte.

Non meno coinvolgenti sono stati i versi di Silvio D’Arzo e di Lionello Ghirardini, anch’essi d’ispirazione canusina, che hanno fatto da preludio alla giornata.

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Angela Chiapponi e Normanna Albertini