Italia, esempio da seguire

“La vicenda della piccola Hayat (Vita in arabo), la bambina di un anno e due mesi salvata da un migrante siriano mentre galleggiava in un pezzo di legno durante il naufragio è il segno che la storia delle nazioni può essere all’insegna della Pace e non delle guerre. Anche per questo sostengo una candidatura italiana al Nobel per la pace, in cui siano protagoniste la Municipalità di Lampedusa, lo Stato Italiano e la Marina Militare Italiana”.

 

È fortemente convinto Luciano Semper, segretario provinciale Fnp (Federazione nazionale pensionati) Cisl Reggio Emilia, nel pensare concretamente ad una candidatura ufficiale dell’Italia al Nobel più prestigioso.

salvataggio

“Siamo in una epoca drammatica – afferma Semper riguardo al momento storico attuale – come affermato da Papa Francesco ci troviamo ormai in una guerra Globale anche se si sta combattendo a pezzi. A differenza di altri paesi, vediamo una nazione, i suoi comuni e la sua Marina impegnati per atti di grande umanità. Per questo credo convintamente che quello che ha fatto l’Italia nei confronti dell’emergenza profughi del Mediterraneo sia un segno distintivo di Pace ”.

“Se l’Europa– prosegue Semper – ha raggiunto questo risultato come segno di pace tra stati, penso che l’Italia se lo meriti ancor di più, visto come si sta muovendo da anni nel panorama mediterraneo, salvando ogni giorno decine e decine di vite umane. Nello specifico vedrei bene un riconoscimento a Lampedusa come realtà locale e alla Marina Militare Italiana che si sta distinguendo per senso di umanità nei confronti dei continui naufragi al largo delle coste italiane”.

Spesso il Nobel per la Pace è stato criticato, pensa che se fosse l’Italia ad aggiudicarselo sarebbe esente da polemiche?

“E’ sotto gli occhi di tutti quello che stiamo facendo come paese, come Marina nel concreto e come comune di Lampedusa per l’accoglienza dei profughi. Sono convinto che non si possa pensare in tal caso a critiche di alcun genere, anzi, sarei disposto a credere che la candidatura sarebbe accolta dai più come un atto dovuto di grande civiltà. Sarebbe un segnale di speranza per tanti che fuggono dai loro paesi martoriati dalle guerre e trovano nelle nostre coste un approdo verso la salvezza”.

Lei è sicuro che ci sarebbe una risposta delle persone a questa candidatura?

“Penso che con le giuste motivazioni si possano ottenere tante cose e vedo possibile anche questa. Soprattutto se si riconoscesse che l’Italia sta operando per il bene delle persone, di qualsiasi nazionalità esse siano. Noi italiani abbiamo tanti difetti, ma un pregio grande è lo spirito di solidarietà che ci contraddistingue e che va sempre riscoperto e valorizzato. Per questo dobbiamo essere solidali anche con noi stessi e con la nostra nazione che in questi tempi sta dimostrando di saper accogliere, ma anche salvare numerose vite umane”.