«NuovaMente Bassa»: entusiasmo e vitalità attorno al progetto vicariale della Caritas diocesana, a Santa Vittoria di Gualtieri

Le volontarie di Guastalla impegnate nel riordino del settore indumenti

– da “La Libertà” n.6, del 15 febbraio 2014 –

Sono da poco trascorse le nove di mattina ed è una di quelle giornate fredde e grigie dalle quali non ti aspetti sorprese, perché piatte, sonnacchiose. Eppure, all’interno di un grande stabile al civico 193/B, lungo la Statale 63 a Santa Vittoria di Gualtieri, già fervono le attività. Tra scatole di cartone e borsine, dietro mucchi di camicie, felpe, jeans, cappotti, giacche e quant’altro, stanno armeggiando due solerti gruppi di volontarie, tutte ugualmente impegnate in quella che è una delle principali attività – ma non la sola – del centro “NuovaMente Bassa”, promosso dalla Caritas e dal Vicariato 4: lo smistamento dei moltissimi capi di vestiario in arrivo dai centri raccolta allestiti nelle parrocchie del circondario.

Luca Capece, a sinistra, respondabile di Nuovamente col giornalista Matteo Gelmini
Luca Capece, a sinistra, responsabile di “Nuovamente Bassa”, con il nostro inviato. (foto: Fausto Franzosi)

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]S[/dropcap]u un lato del moderno capannone notiamo alcune vivaci signore di Guastalla in pieno fermento, che hanno tutta l’aria di conoscere molto bene il lavoro che stanno svolgendo (lo fanno da parecchi anni ormai, mi spiegheranno in seguito, ora è solo cambiata la sede); dall’altro lato, non certo meno operose, diverse giovani sono intente a imparare nuove mansioni. Dovrebbero esserci anche i ragazzi del Servizio Civile Volontario (Scv), oggi eccezionalmente richiamati però sul ‘fronte’ Modenese, in affiancamento alla Protezione civile e alle associazioni per soccorrere la popolazione alluvionata.

A farci da guida negli ampi spazi in cui è sorto il centro “NuovaMente” – che giorno dopo giorno prende forma e vita, e che fa da riferimento per l’intera area della bassa reggiana – è Luca Capece. Originario di Poviglio, Luca è un operatore della Caritas diocesana di Reggio Emilia al quale è stato assegnato il compito di seguire la gestazione, l’avvio e possibilmente il decollo (sembra che le premesse buone – lo constateremo – ci siano già tutte) del progetto “NuovaMente Bassa”.

Luca, se non sbaglio questo è il terzo centro “NuovaMente” che apre in diocesi.

Proprio così. “NuovaMente” è un progetto della Caritas reggiana già avviato da 8 anni in città a Reggio e replicato quattro anni più tardi a Sassuolo, dove nel frattempo – e proprio da quest’anno – la gestione è diventata autonoma, attraverso l’affidamento a una cooperativa, pur restando il progetto in capo alla Caritas.

È quello che potrebbe avvenire anche qui?

Ancora presto per dirlo… ma è auspicabile. Credo sarebbe un segnale di vitalità. Nel Vicariato del Secchia, ad esempio, si erano dati tre anni per partire e per vedere come avrebbe ‘funzionato’, e ora dal punto di vista ‘operativo’ sono completamente autosufficienti. Certo, anche là, sin dall’inizio – come adesso avviene per il centro di Santa Vittoria – la Caritas ha messo a disposizione le proprie conoscenze e competenze, e un appoggio anche economico, ma l’obiettivo è che diventi un’esperienza ‘del territorio’, sempre meglio strutturata e indipendente, che cioè sia la gente del posto a farlo proprio e a prenderlo sempre più a cuore.

NuovaMenteBassa
Il furgone di “NuovaMente Bassa” e una parte del magazzino con il mobilio. (foto: Fausto Franzosi)

Principale interlocutore della Caritas è il Vicariato.

Esattamente. Il coinvolgimento peraltro è concreto: non si parla infatti di ragionamenti intorno a imprecisati obiettivi che riguardano le nostre comunità ecclesiali. Sono le parrocchie stesse (o le unità o zone pastorali) chiamate direttamente a sostenere il progetto, sia sul versante economico – dividendosi le spese per l’affitto delle strutture – che su quello della direzione da imprimere: perché se è vero che io sono il referente, al mio fianco c’è un Comitato (composto da rappresentanti dei gruppi Caritas delle varie parrocchie) che segue passo passo l’evolversi di questa realtà. Su questo versante – qui a Santa Vittoria nello specifico – stiamo perfezionando gli ultimi dettagli; non so ancora dire con esattezza la data di apertura al pubblico, ma posso assicurare che ci stiamo avviando alle fasi finali del lavoro di ‘retroguardia’ (l’immane opera di inventario, catalogazione, sistemazione della roba nei vasti spazi di cui disponiamo). Questione di settimane ormai e apriremo.

Ci sarà chi si chiede perché la roba non venga regalata.

È una scelta ben precisa, frutto di lunga riflessione, che la Caritas diocesana ha ritenuto opportuno fare. Eccettuati i casi di assoluta, grave indigenza in cui possono versare singoli o famiglie segnalatici dai Centri di Ascolto, si ritiene infatti che sia anche ‘educativo’ insegnare alle persone che non è giusto – faccio un esempio spicciolo – andare in parrocchia a prendersi tutte le settimane un vestito… per poi magari buttarlo via con noncuranza. Il centro “NuovaMente” assicurerà dei prezzi accessibili, al tempo stesso garantendo preziosi introiti che finanzieranno il sostegno alle persone inserite nel progetto.

Il “mercatino” dunque è l’ultimo anello di una catena.

Certo. L’acquisto – da parte dei cittadini – degli oggetti generosamente donati da altri, oggetti ai quali, come sappiamo, vien data una ‘seconda vita’, è soltanto la fase conclusiva di un processo che parte molto prima. Una delle finalità principali, per esempio, è quella di aiutare attraverso il lavoro. In parole povere: “NuovaMente” non serve a ‘guadagnare soldi’ per poi farne chissà che… (e su questo vorremmo ci fosse chiarezza e trasparenza), ma per reimpiegare poi il ricavato dalla vendita nell’inserimento lavorativo – anche in collegamento con le Caritas parrocchiali e i servizi sociali – di persone economicamente in difficoltà.

Il riordino/classificazione/catalogazione dell’oggettistica che perviene al centro, donata dalla generosità dei cittadini

Che oggetti ricevete?

Ti dico solo che le cose da fare sono sempre tantissime perché la generosità delle persone ci mette a disposizione di tutto: giocattoli, libri, cd, vinili (per queste ‘categorie’ stiamo allestendo sezioni espositive apposite, sotto la supervisione di alcune ragazze del Scv), elettrodomestici, stoviglie, soprammobili, accessori, biciclette, materassi… Il campionario di oggettistica è il più vasto che si possa immaginare. Approfitto per aggiungere a margine una piccola ‘nota critica’: anche chi dona dovrebbe essere gradualmente aiutato a comprendere che “NuovaMente” non è – uso parole un po’ brutali – una ‘discarica’, ma una effettiva, ulteriore possibilità di ‘vita’ per degli oggetti che, se portati a noi in condizioni non disastrate, potranno certamente essere di notevole utilità per qualcuno.

E la risorsa-volontariato?

È l’altro, essenziale polmone di questa esperienza. Si pensi che c’è gente che da ottobre dello scorso anno è qui tutte le settimane; penso al gruppo delle donne (davvero molto in gamba!) che vengono qui da Guastalla, in continuità con quanto facevano in parrocchia.

A monte di tutto sta il discorso pastorale…

È un altro degli scopi primari quello di coltivare l’attenzione alle povertà, di creare i presupposti per un’animazione della carità cristiana sul territorio. “NuovaMente” si pone non solo come coordinamento e amalgama di quelle attività che nelle parrocchie bene o male esistono da sempre, ma vuol essere anzitutto strumento pastorale; non a caso fa parte di quella ‘costellazione’ di proposte che Caritas chiama “opere segno”. Dovrebbe cioè divenire un ‘monito’ positivo, guidare la gente nel prendere meglio coscienza delle tante fragilità che incrociamo quotidianamente, magari inconsapevolmente.

Il centro " Nuovamente" a Santa Vittoria
Una veduta esterna del centro ” Nuovamente” di Santa Vittoria.

Dopo la benedizione impartita da don Romano Zanni, è già operativo su strada il furgone ‘ufficiale’ di “NuovaMente Bassa”…

Già, un altro grosso aiuto, perché quando qualcuno ci chiama dicendoci che ha mobilio e altri cose pesanti da donare, ma che non riesce – per motivi pratici di ‘ingombro’ – a portarceli, possiamo passare a ritirarli noi. Più in generale, tutto si ‘muove’ grazie a gente volenterosa che mette in gioco il proprio tempo impegnandosi nelle cose che sa fare meglio. C’è chi magari ha il ‘piglio’ riorganizzativo, chi possiede una spiccata manualità e aggiusta gli oggetti, chi rammenda e risistema abiti belli ma sdruciti, chi ha già fatto sapere di voler stare alla cassa o ad accogliere e accompagnare i clienti tra gli spazi espositivi… Se qualcuno vuol dare la propria disponibilità, mi contatti al 345.7038991!

Matteo Gelmini



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