Settimanali diocesani, la sfida dell’online – In un momento di sofferenza per il settore, occorre sapersi rinnovare

– da “La Libertà” n. 28, del 10 agosto 2013 –

Nel suo piccolo, anche il sito internet del nostro settimanale (www.laliberta.info) ha trasmesso le dirette streaming dei momenti clou dell’ultima Gmg. Non solo, ma grazie ad una finestra messa a disposizione dall’agenzia Sir, il Servizio Informazione Religiosa della Cei, durante le intense giornate di Rio de Janeiro, è stato consultabile gratuitamente un ‘diario’ con le foto, gli articoli, i take d’agenzia e i tweet che una squadra di giornalisti e comunicatori cattolici ha dedicato all’evento brasiliano. È l’occasione per riportare l’attenzione dei nostri lettori sul ruolo dei periodici diocesani, sulla sfida del web e sui problemi di una fase in cui incide la crisi dell’editoria.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]I[/dropcap] “nostri” giornali, anzitutto. La Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici (Fisc), nata nel 1966, attualmente agglomera 186 periodici diocesani; per la precisione un quotidiano, 2 bisettimanali, 128 settimanali, 18 quindicinali, 25 mensili, 5 giornali esteri e un’agenzia di stampa (Sir), nonché vari siti on-line. Il fenomeno riguarda 170 diocesi su 226. Come ha rilevato di recente il direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei, monsignor Domenico Pompili, intervenendo davanti all’assise dei vescovi italiani, si tratta di un dato significativo anche se normalmente sottostimato, se si considera che il numero complessivo delle copie ancora oggi sfiora le 800mila unità, pur registrandosi un calo generalizzato. Nei nostri giornali, nel complesso, lavorano come dipendenti almeno 500 persone (non meno di 200 i giornalisti assunti), ma collaborano migliaia di giornalisti fra volontari e occasionali.
Soprattutto, è un dato che non ha riscontri in altri contesti europei. “L’informazione così capillarmente diffusa rappresenta dunque – ha detto monsignor Pompili – una risorsa inesplorata che altri soggetti sociali o istituzionali ci invidiano, e che dimostra la concreta vitalità delle Chiese locali, che trovano modo non solo di esprimersi, ma anche di fare opinione”.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]L’[/dropcap]inarrestabile sviluppo tecnologico ha suggerito a molte testate di coltivare, accanto alla carta stampata, anche la versione digitale. Il sito de La Libertà è nato nel 2004, ma in occasione del 60° anniversario di fondazione del periodico (2012) è stato ridisegnato e arricchito; oggi presenta alcuni contenuti liberamente accessibili e un’area riservata, in cui gli abbonati al settimanale, chiedendo un codice d’accesso alla redazione, possono trovare le ultime edizioni in formato “pdf”.
“Se è certo che non si può pensare a testate solo digitali, perché verrebbe meno l’identità e la riconoscibilità di giornali che hanno fatto la storia dei nostri centri – senza contare che molti dei lettori sono ancora lontani dall’alfabetizzazione digitale che consentirebbe loro di accedere all’on-line in modo adeguato – non si può restare con le mani in mano rispetto al ritmo che la Rete impone al mondo della comunicazione. Per questa ragione, oltre 70 testate hanno ormai un sito internet con modalità molto variegate”. Sono ancora parole di monsignor Pompili.

settimanalidiocesani

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]A[/dropcap]vere una vetrina on-line, però, non basta. Sempre più significative diventano le interazioni tra carta stampata, on-line e social network, così come tutta da sviluppare è la raccolta pubblicitaria anche sulla Rete. L’originalità dei media diocesani risiede ancora nel legame con il territorio e nel “racconto” di testimonianze dalle comunità parrocchiali e da associazioni e movimenti, tutto selezionato e filtrato da un’ottica di fede e non di mero consumo di notizie. Cartaceo e on-line sono modalità per raggiungere frange di pubblico diversificate, con linguaggi e approcci differenti. A far premio, nell’on-line, è l’immediatezza della comunicazione, che passa molto attraverso immagini e lanci veloci.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]M[/dropcap]a ciò che oggi fa difficoltà, pur in una risorsa unica come il periodico diocesano, è la sostenibilità economica, in ragione anche del fortissimo ridimensionamento dei fondi per l’editoria. È vero che la stampa locale sta soffrendo in misura minore rispetto a quella nazionale, ma la prospettiva è di dover presto realisticamente abbandonare del tutto le provvigioni pubbliche.
Abbiamo davanti un periodo impegnativo, in cui i periodici di ispirazione cristiana dovranno intensificare il rapporto – “tradizionale” e on-line – con abbonati e lettori, con un occhio alla quadratura del bilancio e l’altro all’aumento del radicamento sul territorio: ci sono ancora molte comunità in cui La Libertà stenta ad entrare, o comunque ad essere accolta e letta in spirito di comunione ecclesiale.
“È questa una sfida – concludeva Pompili nel suo intervento – che non ammette ritardi o distrazioni e chiede a questa significativa esperienza editoriale di cambiare pelle senza perdere il cuore che ha – fin qui – consentito di rendere prossima alla gente una comunicazione fatta di cose e di valori che si identificano con la vita della Chiesa dentro un preciso contesto socio culturale. Il sostegno dei vescovi ne è condizione inderogabile”.

Edoardo Tincani



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