Il Dialogo Ecumenico, via per la nuova evangelizzazione

– da “La Libertà” n. 1 del 12 gennaio 2013 –

La ricerca dell’unità dei cristiani è la risposta alla povertà spirituale del periodo storico che stiamo vivendo. Questo vuol dire che un autentico cammino ecumenico non può essere perseguito ignorando la crisi di fede che stiamo attraversando non solo in ambito cattolico, ma anche nelle comunità ortodosse, anglicane, protestanti ed evangeliche.
Ai partecipanti alla plenaria del dicastero per la Promozione dell’unità dei cristiani, Benedetto XVI ha sottolineato che tale povertà spirituale pone tutti i cristiani di fronte ad un compito specifico, “dare testimonianza del Dio vivente”. In questo contesto, insiste il Papa, noi credenti in Cristo siamo chiamati “a ritornare all’essenziale, al cuore della nostra fede, per rendere insieme testimonianza al mondo del Dio vivente, di un Dio che ci conosce e che ci ama, nel cui sguardo viviamo; di un Dio che aspetta la risposta del nostro amore nella vita di ogni giorno”.
E il Papa riconosce che è motivo di speranza “l’impegno di Chiese e comunità ecclesiali per un rinnovato annuncio del Vangelo all’uomo contemporaneo”. Esso è “l’imperativo più urgente” per il popolo cristiano, “un imperativo che ci unisce, malgrado l’incompleta comunione ecclesiale che tuttora sperimentiamo”. Per questo il dialogo ecumenico è la via da percorrere per una nuova evangelizzazione.

Momenti dalle liturgie del Natale ortodosso (qui sopra, nella chiesa di San Zenone, a Reggio, quello dei greco-ortodossi slavi; nella foto sotto, nella chiesa di S. Giorgio in via Farini, i greco-cattolici ucraini; nella foto in evidenza - un'immagine scattata nella chiesa del Cristo, dalla celebrazioni degli ortodossi rumeni)
Momenti dalle liturgie del Natale ortodosso (qui sopra, nella chiesa di San Zenone, a Reggio, quello dei greco-ortodossi slavi; nella foto ‘in evidenza’ – in alto -, un’immagine scattata nella chiesa del Cristo, dalla celebrazione degli ortodossi rumeni)

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]C[/dropcap]ertamente “nuova evangelizzazione e dialogo ecumenico” sembrano due espressioni diverse: la prima è l’esigenza emersa dal constatare un decadimento della vita cristiana, la seconda nasce dalla consapevolezza delle divisioni tra cristiani. È possibile una relazione? La risposta è da ritrovare nel porre al centro l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo.
Senz’altro per la nuova evangelizzazione occorre avere riferimento alla realtà, alla situazione, al contesto e questo mette di fronte alle dinamiche di “inculturazione” del Vangelo e nello stesso tempo occorrerà intendere l’ecumenismo non solo come un insieme di accordi, ma come un impegno che mira a riportare tutti al Vangelo perché solo così può avvenire la trasformazione spirituale necessaria per l’unità dei cristiani.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]È[/dropcap] questo lo spirito che ha mosso un ministro della Chiesa anglicana, Paul Wattson, divenuto poi prete cattolico, a promuovere già nel 1908 una Settimana di preghiere per l’unità dei cristiani, fatta propria anche da papa Pio X, che la estese a tutte le comunità cattoliche. Poi, nel 1935, l’abbé Couturier l’ha riproposta affinché la preghiera per l’unità si trasformasse in una richiesta di santificazione di tutti i cristiani per l’unità che Cristo vuole per la sua Chiesa, proprio perché i membri delle Chiese e delle Comunità ecclesiali sempre hanno bisogno di conversione .
Ogni anno si è sempre riflettuto e pregato affinché le diverse comunità cristiane potessero muovere dei passi verso l’obiettivo posto da Gesù nella sua preghiera al Padre: “perché tutti siano una cosa sola” (“ut unum sint”, Giovanni 17,21), finalità da perseguire mettendosi sempre in ascolto della Parola di Dio.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]Q[/dropcap]uest’anno il Consiglio ecumenico delle Chiese, il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, la Commissione Cei per l’Ecumenismo e il dialogo, la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e l’Arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta, esarcato per l’Europa meridionale, hanno proposto il brano del profeta Michea (6,6-8): “Quel che il Signore esige da noi: praticare la giustizia, ricercare la bontà e vivere con umiltà davanti al nostro Dio”.
È un brano biblico che interpella la nostra azione di evangelizzazione. Non c’è autentico annuncio del Vangelo se tutti i cristiani, insieme, non si adoperano affinché la dignità delle persone e i diritti dei poveri siano riconosciuti. In molti paesi, ancora, permane il sistema delle caste nelle varie forme e si coltivano mentalità che hanno il sapore di razzismo o di nazionalismo, ponendo così grosse sfide alla ricerca della pace tra i popoli e dell’unità dei cristiani. È compito di tutti i cristiani diffondere l’amore del Signore, perché più forte dell’odio è il Signore e, come sottolinea papa Benedetto, “nonostante tutte le cose che ci fanno dubitare dell’esito positivo della storia, vince Cristo e vince il bene”.
Allora camminare con umiltà vuol dire camminare con il Signore, così come ha fatto Abramo, che aveva sempre davanti a sé, nel suo pellegrinare, la Promessa che Dio gli aveva fatto.

Una foto scattata durante la celebrazione dei greco-cattolici ucraini nella chiesa di San Giorgio, in via Farini, a Reggio.
Una foto scattata durante la celebrazione dei greco-cattolici ucraini nella chiesa di San Giorgio, in via Farini, a Reggio.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]I[/dropcap]n concreto, per le Chiese e per le comunità ecclesiali ciò significa camminare oltre le barriere, oltre le diversità che dividono e danneggiano l’annuncio del Vangelo, ed essere solo attenti a fare “quel che il Signore esige da noi”.

[dropcap font=”arial” fontsize=”36″]C[/dropcap]on queste riflessioni occorre prepararci alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 18-25 gennaio, compresa tra le feste della Cattedra di San Pietro e della Conversione di San Paolo, almeno per noi dell’emisfero del nord. Mentre per quelli dell’emisfero del sud sarà nella settimana che precede la festa della Pentecoste, tempo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa.
La Veglia ecumenica nella nostra Diocesi sarà celebrata domenica 27 gennaio, nella cripta della Cattedrale, alle 16, unitamente alle Comunità cristiane ortodosse rumene, ucraine, copte e alle comunità evangeliche presenti nel nostro territorio.

don Giancarlo Gozzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *